MENU

Facciamo un figurone

Laboratorio di Street Art

Dal 4 all’11 ottobre 2018 si è tenuto, presso la Casa Circondariale di Castrovillari, il laboratorio di Street art  “Facciamo un figurone”, ideato dalla prof.ssa Anna Maria Rubino e promosso dall’IPSEOA “K. Wojtyla” di Castrovillari, con il contributo della Diocesi di Cassano allo Jonio, dei Comuni di Castrovillari e Saracena, e da enti privati (Cantine Viola di Saracena, Sangiovanni Supermercati,  GasPollino), con il patrocinio dall’Ente Parco del Pollino. Un’iniziativa finalizzata a contrastare il disagio-socio culturale attraverso una rete ampia di collaborazioni tra Scuola, enti e strutture territoriali e tesa alla realizzazione di un murale sul tema “Sensibilità e Diritti umani”. L’idea nasce da una serie di  incontri: con il mediatore culturale, attore e regista senegalese Mohamed Ba, ospite dell’Istituto alberghiero nel 2015 per un confronto con gli alunni sulle diversità e dalla sua collaborazione con l’artista Fabio Cuffari fondatore dell’Associazione culturale Alfa di Aosta, durante la realizzazione del cortometraggio “Il Tratto”, presentato alla 74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per il Premio “MigrArti Venezia”, che vede Mohamed Ba come attore e Fabio Cuffari autore del disegno che si vede nel corto; con il Dirigente del CPIA di Milano 1, durante un convegno a Rende sul fare scuola in Carcere, operativo presso la struttura di San Vittore su un progetto per la realizzazione di murales all’interno del carcere. In seguito a questi incontri l’IPSEOA si è attivato per avviare un laboratorio sul nostro territorio contattando Fabio Cuffari attraverso Mohamed Ba e sviluppando l’idea   per creare un murale a casa nostra, tenuto conto che le attività laboratoriali sono l’espressione più completa e funzionale del fare scuola in carcere. Come spiega egregiamente lo Street Artist “i murales servono a dire qualcosa, a raccontare, a dichiarare degli intenti, a conferire un’identità ad un luogo, a prendere una posizione, ad addolcire il freddo cemento, a rischiarare un giorno, a colorare un po’ il nostro animo. “Facciamo un figurone”, in particolare, vuole dare la possibilità a uomini di esprimere loro stessi mediante un atto artistico, un’attività creativa, edificante, formativa, che possa aprire una breccia sul possente muro del pregiudizio”. L’iniziativa, inserita all’interno del progetto SIDDIAVÒ, giunto alla sua terza edizione, ha previsto la realizzazione di un’opera pittorica in cui i detenuti si sono cimentati nella pittura su parete. L’insegnante Fabio Cuffari ha coordinato i laboratori e ha guidato i partecipanti attraverso tutte le fasi di realizzazione dell’opera. Il progetto ha trasformato i partecipanti in artisti, consentendogli di vivere giornate stimolanti e coinvolgenti offrendo alla struttura un’opera che perdurerà nel tempo. Durante il laboratorio, della durata di una settimana, si è lavorato su una parete 4x7 m con un gruppo di 4/5 detenuti al giorno, mattina e pomeriggio. L’intento ultimo è stato quello di favorire la crescita culturale per un possibile ripensamento delle scelte devianti, in vista di un graduale e consapevole reinserimento nel tessuto socio-lavorativo esterno.

Video

ImmaginArti

Inaugurazione murales

Video
Video

 Un muro per sentirsi tutti fratelli

“Due lunghi rami che si intrecciamo in una stretta di mano, dall’alto di una scogliera, sullo sfondo dove si incontrano fondendosi l’azzurro del mare con quello del cielo”.

Questa è l’immagine riprodotta nel murales ideato e realizzato, tra il 4 e l’11 ottobre, dall’artista Fabio Cuffari dell’associazione culturale Alfa di Aosta, con l’ausilio di vari ospiti della struttura e inaugurato il 29 novembre 2018 su un muro all’ingresso della zona protetta del carcere di Viale Sergio Cosmai a Castrovillari.

È la parte finale del progetto “Facciamo un figurone”, terza edizione di “Siddiavò” . Nei vari interventi del convegno che ha seguito l’evento, inframmezzato da momenti musicali e dalla lettura di poesie da parte degli ospiti della struttura, reso possibile anche dalla collaborazione dalla Polizia Penitenziaria, presente nella persona del comandante Carmine Di Giacomo, sia la direttrice Maria Luisa Mendicino, la dirigente dell’IPSEOA prof.ssa Franca Anna Damico e il cappellano del carcere, don Francesco Faillace, in rappresentanza di sua eccellenza Francesco Savino, hanno ribadito la necessità di credere nel valore della fratellanza, unico rimedio all’egoismo attuale, e ad avere fiducia maggiormente nel proprio talento, come ha illustrato il maestro Franco Azzinari nel suo piacevole intervento.

Video

Lontano

Canzone inedita di Alessandra Marino, scritta per questa occasione e ispirata a Stefano Cucchi

Lontano, lontano

si perde una voce

è un suono veloce

e rumore non fa.

Nella fredda stanza di spoglie cadute

un altro orizzonte che se ne va.

Ma dimmi luna, che il cielo attraversi 

se queste catene potranno spezzarsi

al suon della voce di chi avevo vicino 

o grazie al sogno di quand'ero un bambino.

Ma nella cella potrò immaginare

le gioie perdute di terre lontane

e come un pittore dipingerò i colori,

per ogni mancanza raccoglierò un fiore

e porterà il nome di chi non ho più.

Dimmi se un giorno potrò ritornare

da chi un tempo mi sapeva amare,

dimmi se un giorno potrò rivedere

le onde del mare,

la neve che cade e una luce in più. 

Dietro i freddi pilastri, il tempo sembra essersi dimenticato 

della voce di un perduto,

uomo libero con un sogno nel cuore 

non esistono catene, un sognatore non muore.

Dimmi la storia di quel giovane in catene,

E dei gendarmi violenti e corrotti,

della sua anima, livida di colpi.

Ora è lassù,

non più in catene,

Osserva le mani che gli fermarono il cuore 

ma adesso non prova più dolore.

Quindi, dimmi se un giorno

potrò ritornare

alle gioie perdute, alle terre lontane 

col vento caldo di una nuova estate,

col vento caldo di una nuova realtà.

Et voilà, teatro in carcere

Venerdì 21 Dicembre 2018 è stato presentato presso la Casa Circondariale di Castrovillari, con inizio alle ore 9:30, lo spettacolo teatrale BarConLando, conclusivo del progetto “Et Voilà, teatro in carcere”, creato, diretto e coordinato dall’Istituto Professionale per i Servizi dell’Emogastronomia e dell’Ospitalità Alberghiera 

(IPSEOA) di Castrovillari nell’ambito del Piano di Intervento Nazionale per la “Scuola in Carcere” e prodotto dall’Associazione Itineraria Bruttii onlus in collaborazione con Emergenti Visioni. Un’ esperienza laboratoriale senz’altro positiva per i detenuti che hanno avuto l’opportunità, attraverso il teatro, di mettersi in gioco e questo grazie al Dirigente Scolastico prof.ssa Franca A. Damico, alla disponibilità della Direttrice della Casa Circondariale di Castrovillari dott.ssa Maria Luisa Mendicino e alla preziosa collaborazione di tutto il personale operante nell’Istituto Penitenziario.

La drammaturgia, originale, è stata interamente creata dai detenuti con la supervisione delle prof.sse Anna Maria Rubino e Rosetta Maiorana. Il tema del bar rappresenta il fil rouge del percorso che i detenuti hanno imparato a raccontare insieme. Emergono così spaccati di vita e caratterizzazioni che permettono di mettere in scena i loro conflitti e la loro visione della realtà dietro i personaggi e insieme sperimentano soluzioni creative per mettere da parte i traumi sociali attraverso una metaforica “via di fuga” per un recupero di fiducia.

Il percorso si è compiuto con la validissima guida di due esperti di Teatro sociale, la dott.ssa Alma Pisciotta e il dott. Giovan Battista Picerno, che hanno portato i nostri alunni ad acquisire le nozioni basilari del muoversi in scena, dell’impostare e modulare la voce non solo per comunicare ma anche per emozionare. Et voilà! hanno tirato fuori dal cilindro l’elemento di magia che comunichi e sorprenda.

BarConLando

Copione pièce in tre atti

scarica pdf

Video

Capita

Canzone inedita per chitarra e voce scritta e cantata da Caterina Rubino e dedicata ai nostri alunni detenuti.

Video

Laboratorio di manualità

Espressioni “ristrette”

Laboratorio di scrittura

Adesso lo sai

​

La vita è un miracolo e bisogna avere rispetto e coscienza  

 di essere stati scelti dal destino, a vivere questo miracolo. 

Le pagine bianche della tua vita saranno riempite 

dai tratti di colore delle tue scelte. 

Da queste scelte dipenderà quanta paura di morire 

avrai quel giorno, consapevole dell’atroce inutilità 

di essere spazzato dal vento, senza nessuno 

che scalderà il suo cuore pensando a te, 

perché avrai lasciato solo delle pagine bianche. 

Quindi vivi, ama, vai, prendi, dai 

e fallo sempre come se fosse quello 

l’ultimo giorno della tua vita. 

Nessun rimpianto dovrà essere il tuo alibi 

per non aver goduto di questo miracolo. 

Non far finta di non saperlo. 

Adesso lo sai.

                                        Massimo D.

Quando mi sento libero

​

A volte, mentre corro, non sento il peso del corpo; 

mentre canto, posso esprimermi senza freni; 

quando prego ad occhi chiusi non ho più inibizioni.

Spesso mi sento libero, 

perché chi è veritiero non teme quel che dice, 

la mia voce non trema.

Sono libero quando immagino me stesso e mi proietto… 

un cartone preso a calci come un pallone. 

Fantasticare è come immergersi in uno spirito, 

da quell’infante che in me è ancora presente. 

Giocare con i miei piedi come se fossi ancora un lattante, 

rotearmi senza paura di farmi male, 

sorridere ancora stupito di novità che non smettono mai, 

ridere per poco più di niente.

Quando disegno, i colori mi affascinano 

e provo sempre a creare sfumature originali.

Mi sento libero 

quando guardo negli occhi chi riesco a stupire, 

mi immergo in chi mi ispira 

per poi fuggire come una farfalla. 

Sono libero quando il corpo mio non si lamenta. 

Il gusto di vivermi si chiama passione, 

libero di potermi orientare a trecentosessanta gradi, 

imparare ad essere parte di quel che mi circonda, 

semplicemente perché esisto e ci sono. 

Apro un piccolo scrigno e sogno. 

Eccomi! Chiedimi… 

aprirò le ali quando sogno ad occhi aperti, 

passerò le porte che ho disegnato, 

attraverserò libero le arcate di un sogno che è il mio, 

dove io sto liberamente bene. 

Come un aquilone spinto dal vento 

vorrei rendere felice anche te 

e libero come un bambino

Calogero L.

E non penso più a niente

​

Questo è un giorno memorabile,

non c’è più quello che successe,

ti aspettavo

Regna la calma,

spuntano nuovi germogli

tutto nasce nuovo

ti prego, resta

Sento la differenza

Lucido alzo la testa

E il cielo sgombro è luminoso

I raggi del sole caldi mi rallegrano

Ce l’ho fatta, ora è vita

Proietto i miei pensieri

La vita è un dono inestimabile

Il passato ora dorme, 

io ora sono testimone

Al giorno che ho alle spalle 

non guardo più

D’ora sorrido sovente

Apprezzo questo momento

E non penso più a niente

                                        Calogero L.

Grazie

​

Donna, ricco è il mondo perché tu ci sei.

Intramontabile figura piena di speranze,

ricopri da sempre il ruolo di compagna.

Presente ovunque, dai petali lunghi

Tutto di te m’incanta: sei vita;

regina da sempre, stanca mai!

Riscopriamo in te un punto, il Nord.

Tu rifletti, bella a qualsiasi ora!

Voce tua, meriti lo sguardo che cerchi

Le tue orecchie ascoltano ben oltre, astuta

Usi testa e cuore, dicon che sei strana…

Sei indispensabile e misteriosa, 

dolce e curiosa

non hai freni quando ami

o t’innamori;

più dell’oro o di un diamante tu vali!

Donna tu hai coraggio

Questo a me spiazza

Non usi la vista dell’occhio…

Accendi nell’uomo il desiderio e la vita.

Tu non ti sei mai smarrita.

Grazie…

                                            Calogero L.

Labirinti

​

Cos’è che non è andato bene?

Forse sono io, o chi altro?

Forse è colpa mia, o del posto inadatto.

Cosa mi succede? A volte capisco, a volte dimentico.

​

Ho provato nella vita tante cose, quasi tutto.

Ho rincorso fama e potere, sono sempre scivolato.

Ho dato a chi mi ha chiesto, senza voltarmi indietro.

​

Con chi ho vissuto però…

Mi ha tolto tutto, anche il fiato.

Provo un senso di rammarico, non ho più un nome.

Chi mi ha accostato fu il mio primo ostacolo

Non ho mai capito.

​

La sete d’amore, furia nelle vene 

non dormire solo, il calore

la sete di successo

come un cavallo imbizzarrito.

La voglia di esserci ce l’ho ancora

Vivo dentro la mia pelle

​

Ho ricavato l’inverso, 

come una luce intermittente

Ho chiuso gli occhi ripensando al passato

Tanto e niente

Ho rovinato me stesso

Per paura di andare avanti

Ora non più

​

Ripenso bene che sono stato nudo

Ripenso bene alle conquiste

Ripenso bene anche alle sconfitte

​

I tunnel della vita

Sono un mare di labirinti

Cercherò l’amore, sempre,

come un vampiro.

Calogero L.

Reclusione

​

Sensazione di cieli neri

Da diversi giorni congelo i pensieri

Stacco la spina col mondo esterno

E indosso una corazza da spavalda

Come una furia, arrivano le emozioni 

Impatto brutale tra assenza emotiva e realtà

Mi sento inerme

E di nuovo mi corazzo

Non so se è coraggio

Ma ne ho bisogno per andare avanti

Sogno mondi sconfinati

E al risveglio vedo sbarre

Il reale si presenta

Come un pugno in piena faccia

Non sempre lo scudo funziona

A volte diventa spada che trafigge

E allora incasso

Sono in una foresta cupa

Intravedo una luce

Le corro incontro 

Mille rami mi inseguono

Imbrigliano il cammino

Allora rido, rido per districarli

Togliermi il peso della galera

Staccarmi da questa stretta opprimente

E un senso di colpa m’invade la mente

Vorrei farmi mare per accogliere

Dei miei quattro figli ogni parola

Ma non riesco ad espandermi

Non so come distribuire 

nel tempo di un colloquio

tutto l’amore che meriterebbero.

“Io sto bene qui, mi riposo”,

i figli ridono, il cuore in frantumi.

Il tempo non basta mai

Temere il rumore di ferraglia

Di chiavi che chiudono la porta degli affetti.

Torno solitaria nella corazza che mi aspetta.

Sezione femminile con il contributo di Silvana B.

Condivisione

​

“Ci vivo dentro e non sono la sola”

Arriva un pensiero che mi consola

In questo luogo di sofferenza

Riesco anche ad imparare

Da chi vive d’esperienza

una donna davvero speciale

un supereroe che dispensa parole di conforto

Che si prende cura di noi anche solo cucinando

Un giorno, all’improvviso, cede allo sconforto

“Non ce la faccio più”

Parole che si fanno strada tra le lacrime

Realizzo che anche lei è armata di scudo e corazza

per tenere lontano le emozioni

che schiacciano come macigni.

Giunge il momento della resa dei conti

e siamo ghiaccio che si scioglie al sole

È strano ma ciò mi fa sentire forte

attraverso la consapevolezza che

non esistono supereroi

solo esseri umani

combattuti tra forza e fragilità

alla ricerca disperata 

di un’identità che sembra svanita.

Oggi ho assistito a una lezione di vita

Sezione femminile con il contributo di Silvana B.

Figli

​

Figli distanti da un profondo amore

Lontani dagli occhi ma non dal cuore

Sono ancora così piccoli e indifesi

Sono i miei figli e non si sono mai arresi

Pensavo che mi avrebbero dimenticata

Ma non si dimentica una madre vera

La sincerità affonda la sua lama affilata

Sono i miei figli, di cui sono fiera

Ora sanno dove mi trovo

Che sono i giudici a decidere per loro

Che gli errori allontanano gli affetti

Sono i miei figli, i prediletti

Sono bambini intelligenti

Che comprendono la separazione

Che non pensano a un abbandono

Sono i miei figli, l’unico dono

Sono bambini cresciuti in fretta

La video chiamata per un breve saluto

Recuperare, in poche ore, l’amore perduto

Sono i miei figli, che ho tanto voluto

Che hanno acquisito consapevolezza

Che non compri con un giocattolo

Che ricercano una vera carezza

Sono i miei figli, la sola certezza

Sezione femminile con il contributo di Simona I.

Intimità

​

Mi ritrovo seduta sul letto, a fissare le pareti di una stanza buia nonostante il giallo delle pareti, col pensiero fuori dalle sbarre, fuori dal freddo che si percepisce nell’anima. E penso a te mio Amore, unica forza di vita. Forza, coraggio, pazienza sono tre parole indispensabili per attraversare un ostacolo. Solo con te mi sento sicura, protetta anche se non ti tocco, perché ti sento nell’anima e nel cuore. Sei con me quando rido, piango, sono triste e poi l’abbraccio che arriva improvviso dal profumo delle tue lettere. Chiudo gli occhi e mi avvolgi tutta. Atroce è riaprire gli occhi bagnati di lacrime che scendono fino a gocciolare sulle gambe. Gioia e tristezza si mescolano ma quello che rimane e non muta sei tu dentro me. Capita che i nostri sguardi si incrocino velocemente, sono un libro aperto di emozioni, percepisco un brivido al pensiero di poterti abbracciare anche solo per un attimo, respirare il tuo respiro, nutrirmi della tua anima. Vita e vita fuse in un unico cuore, battito, strette di mano, carezze su un volto pallido e stanco. Emozioni che lasciano spazio alla sofferenza, tanta, ma uguale è la forza di un amore che può superare le vette di una montagna, raggiungere e toccare con un dito l’arcobaleno. Colori di vita che si alternano nel cuore e cerco di vedere azzurro anche un cielo che luce non dà ma solo ombre di nero. Vedo in fondo al sentiero quella luce che ci aspetta, luce che illumina il buio accumulato nell’anima. Sentieri tortuosi, problemi che si susseguono ma, ecco… tu davanti a me che con lo sguardo mi dici “Ascoltami, io e te staremo insieme per sempre, gioia verrà che spazzerà via ogni bruttura, nulla ci spaventerà, perché io e te saremo per sempre Noi”.

F. G.

Mani

​

È tutta una vita che faccio fatica

E ora che sono dietro le sbarre

Rinchiusa, sola, tra quattro mura

Mi sento libera dalla paura

Ero nelle mani di un carceriere

Non dentro ma fuori dalla galera

Mani tenere che accarezzano

Mani che afferrano, picchiano e spezzano

Mani che sanno tanto amare

Mani esperte anche a far male

Che rendono tutto nero e indegno

Mani che, comunque, lasciano il segno.

Sezione femminile con il contributo di Simona I.

Poesia per Simona

​

Entriamo piano dentro il suo mondo

Si emoziona al pensiero di aprir bocca

Il suo sentire è così profondo

Che la parola nemmeno lo tocca

Eppure parla del suo universo muto 

Si ferma e tace di fronte al suo vissuto

Vorrebbe spiegare e non trova parole

svanite, volate, o nascoste nel cuore.

Riflessione sui Diritti Umani

​

Nel momento in cui nasciamo

Siamo unici ed uguali

Sarebbe bello avere un lavoro

Avere famiglia nel proprio paese

L’America non mi rappresenta

Schierare eserciti per fermare

La libera circolazione di esseri umani

Sognare un altro pianeta abitabile

Cercare ossigeno e acqua

Elementi indispensabili per vivere

Affidare il diritto alla vita a un’utopia

La libera scelta di andar via

Migrano gli uomini e migra l’economia

Lascio a loro la guerra d’opinioni

Devo andare a lavorare

Confusione di pensieri

Pronti a divagare

L’Africa divide e accende gli animi

Ho viaggiato in Africa, in Bangladesh e Pakistan

E ho visto sorrisi sui loro volti stanchi

Sento l’anima sollevata

nel vedere quei sorrisi

Un tetto e un lavoro per garantire la dignità

Questo il perseguimento della felicità

Siamo uomini pieni di vizi

Figli di un mondo ingiusto

Culla di guerre e illegalità

Questo è il mondo degli uomini

Quindi il mondo siamo noi

L’ingiustizia è dentro di noi

L’illegalità fa comodo a noi

ma…

Immaginate un mondo senza di noi

​

Alunni IPSEOA 1° periodo A

Siddiavò e-book

arricchito di parti inedite in questo sito