SIDDIAVÒ

A CURA DI ANNA MARIA RUBINO

IPSEOA “K. Woityla”

Castrovillari

Introduzione

Siddiavò sembrerebbe un neologismo e in un certo senso lo è per la lingua italiana, ma non per il nostro dialetto, dove questa espressione, più che parola, ci accompagna fin dalla più tenera età. Quante espressioni conosciamo che da bambini pensavamo fossero un’unica parola? Molto tardi ho scoperto il suo vero significato, per me da sempre associato alla speranza o a qualcosa di scaramantico che, come un mantra, se ripetuto più volte, rendeva possibile qualunque cosa. Se Dio vuole, questo il suo semplice reale significato, confidando nella volontà divina. 

Continuiamo anche quest’anno il nostro percorso interculturale, affrontando il tema del pregiudizio, anche in ambito religioso, attraverso un confronto dialettico delle religioni presenti nella nostra comunità. Il punto di partenza è il bisogno del sacro che da sempre accompagna l’uomo. 

Viviamo un periodo in cui i conflitti religiosi fanno sì che le menti si chiudano, si ritirino in un angolo di diffidenza che non permette di conoscere l’altro e di accoglierlo seppur nella sua diversità. Ecco perché abbiamo pensato che adesso più che mai necessita parlare di ciò che ci spaventa. Il nemico è dentro di noi, nella nostra ristrettezza mentale che alimenta e ingigantisce le paure più profonde e come tanti moderni Don Chisciotte partiamo a combattere mostri inesistenti. 

In principio era il verbo, e così ritorniamo al principio e ci riappropriamo del verbo per riflettere e dire la nostra. Partiamo dal concetto che spesso le parole vengono svuotate del loro senso originario ed usate come armi per affermare il potere mediatico. Pensiamo all’espressione Allah Akbar, impropriamente usata come slogan legato al terrorismo islamico; si fa un uso sconsiderato e oltremisura delle parole, direi che non è esagerato parlare di abuso. 

Bisogna aprire le menti al confronto e al dialogo, ascoltando, conoscendo e soprattutto andando oltre ogni tipo di pregiudizio.

Spirali di pensiero

Video

La via dell’anima